Sacrificio e senso della vita
Il film Parigi a tutti i costi mostra le vicissitudini di una giovane donna straniera che tenta di affermarsi in un paese non proprio. In chiave psicoanalitica, potremmo dire che il film ripercorre i punti salienti della costruzione dell’identità e degli ostacoli che presenta la realizzazione del proprio desiderio.
Al giorno d’oggi, molti adolescenti e giovani-adulti interrompono il proprio contatto con il mondo esterno e si rinchiudono nella propria camera. Questo fenomeno è molto più diffuso in Giappone, società molto più competitiva, ma si sta espandendo anche in Italia. Molti ragazzi non vanno più a scuola, non lavorano, non hanno relazioni amicali nè sentimentali. Passano tutto il loro tempo al computer, giocando e guardando film o serie tv. Le cause di questo fenomeno sono il precariato ed una famiglia troppo permissiva e generosa, ma soprattutto la posizione (inconscia) che questi ragazzi scelgono di adottare. Infatti, non in tutte le famiglie permissive e generose vi sono figli che si recludono in casa. In molti casi, possiamo osservare il contrario: una maggior sicurezza e supporto famigliare può condurre l’adolescente ad affrontare le difficoltà della vita con più serenità e positività. Il punto cruciale che vorrei sottolineare è proprio la posizione personale, la dimensione della scelta del singolo, la forza che può emergere nonostante le situazioni avverse.
Ad esempio, nel film Parigi a tutti i costi, Maya, dal Marocco, si trasferisce in Francia perchè vuole lavorare come stilista in una casa di moda. Il giorno prima di un evento lavorativo importante viene rimpatriata a causa del permesso di soggiorno scaduto. La famiglia di Maya, anzichè supportarla ed aiutarla a tornare in Francia, esprime rancore nei suoi confronti. Vorrebbero tutti che restasse in Marocco e le fanno pressioni in tal senso. Successivamente, notando e riconoscendo il desiderio della ragazza, tutti cercano di supportarla, sia moralmente che concretamente, realizzando vestiti per la casa di moda. Maya insiste e riesce a tornare in Francia, distinguendosi per la sua bravura ed il suo impegno, che, dopo molti sacrifici, vengono premiati.
Perchè Maya non è rimasta con la sua famiglia, anzichè affrontare tante difficoltà? Penso che la risposta possa riguardare il desiderio. Al giorno d’oggi, c’è la cultura diffusa, anche tra molti adulti, che dare il minimo, tendere a non far nulla sia l’unica meta degna. Al contrario, è fare qualcosa e sacrificarsi per i propri obiettivi che dà un senso ed una direzione alla propria vita.
Susanna Premate