Recensione del film La ragazza del mondo
La ragazza del mondo è un film di Marco Danieli che narra la storia di Giulia, ragazza adolescente appartenente ad una famiglia di testimoni di Geova.
Inizialmente, Giulia recita la parte di adolescente e testimone modello, inconsapevole delle influenze del proprio ambiente di vita e convinta della validità di esso. Giulia si innamora di Libero, un ex-spacciatore appena uscito dal carcere. Libero ha uno stile di vita molto estremo ed è completamente privo di regole.
Dopo un’importante crisi identitaria, Giulia decide di abbandonare la propria famiglia per vivere con Libero. La ragazza non è disposta a non frequentare uomini di altri credi religiosi o atei e vuole concedersi il diritto di avere rapporti sessuali e di provare piacere, anche prima del matrimonio. Inizialmente, Giulia si sente libera con Libero, può indossare i vestiti che vuole, partecipare a feste e non ha nessuno che le dice cosa deve fare.
Solo in un secondo momento, Giulia diventa consapevole di essere all’interno di una seconda gabbia. Infatti, la mancanza di una Legge sotto cui vivere porta Libero a rientrare nel giro del traffico di sostanze stupefacenti. La mancanza di una direzione scolastica e professionale, e l’incapacità di assumersela e mantenerla, porta Libero allo sbaraglio. L’uomo, lasciato in balia dei propri impulsi, gode senza limiti con conseguenze mortifere.
Giulia decide di lasciare Libero perché non ne è più innamorata. Infatti, l’attrazione ed infatuazione per lui può essere stata causata dal desiderio di superare i limiti che le sono stati imposti dal proprio sistema famigliare, propendendo per un sistema di valori completamente opposto.
Giulia ritrova un’amica ex testimone di Geova, espulsa perché, come lei, non disposta a rinunciare alla propria identità per appartenere ad un gruppo. Giulia si identifica a quest’amica, si sente come lei ed è da lì che vuole ripartire per continuare a scoprire e costruire la propria identità. Molto brava in matematica, desidera iscriversi all’università. Tuttavia, non può né vuole ritornare a casa perché non è disposta a subire le influenze e le critiche famigliari. Così, come questa sua amica, inizia a lavorare in un ristorante.
Sembra, quindi, che in qualunque luogo ci si trovi, per individuarsi e costruirsi sempre di più come soggetti, sia necessaria una separazione dagli ambienti che si frequentano. Infatti, è un’illusione pensare che ci sarà un luogo perfettamente in sintonia con i propri valori. Tuttavia, il compito di ogni soggetto è quello di avvicinarsi sempre di più ai luoghi che sente vicini alle proprie esigenze e fondarne uno proprio per essere a propria volta generatore di prospettive ed accoglienza. Insomma, siamo come la corrente di un fiume: per scorrere abbiamo bisogno di argini, ma tra più strade dobbiamo scegliere dove andare.
Susanna Premate