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BAMBINI-PUPAZZO E PARTNER BAMBOLE

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  • Categoria dell'articolo:cronaca

Finzione: quale funzione?

Recentemente, sono sempre più diffusi dei fenomeni che riguardano la finzione all’interno della vita di tutti i giorni. Ne esamineremo alcuni per poi trarne delle conclusioni. Queste conclusioni sono strettamente personali e ve le propongo per poter riflettere.
Uno dei fenomeni che accade riguarda le donne che non possono avere figli. Per proteggersi da questo dolore, alcune donne prendono dei bambolotti con le stesse fattezze di un bambino vero e fanno finta, nella loro vita di tutti i giorni, di avere realmente questo bambino. Ad esempio, possono svegliarsi quando il bambino piange, questo anche durante la notte e lo cambiano, lo nutrono, lo coccolano, proprio come se fosse un bambino, un figlio vero. La tecnologia sempre di più ci porta a rendere questa finzione sempre più vera, più realistica perchè anche i materiali con cui vengono fatti questi bambini sono sempre più vicini agli elementi di cui è costituito un vero bambino. Questo, in qualche modo, attrae determinate persone a fare finta ed, allo stesso modo, a crederci sempre di più, a provare a far finta di vivere parte della vita che vorrebbero, ma attualmente non vivono, a fare un’esperienza senza l’esperienza stessa.
Un altro fenomeno che, però, è un po’ più antico è quello dell’utilizzo di bambolotti o bambole partner per le persone, delle bambole sono anch’esse fatte in silicone ed hanno tutte le funzioni per svolgere, avere rapporti sessuali. In questo modo permettono alla persona che ricerca questo di goderne. Anche qui abbiamo, non solo un oggetto (come si potrebbe dire per i sex toys che riguardano solamente una parte del corpo del partner), ma l’intero corpo e, quindi, appunto, fanno finta e si procurano piacere attraverso questo. In qualche maniera, si annulla la relazione, lo scambio con il partner, anche solo per dei rapporti sessuali. Può non esserci più la spinta ad attrarre un potenziale partner, una persona, proprio perchè, anche in altri modi, le persone possono fare finta di.
Un altro fenomeno che mi ha molto colpita è quello dei manager che, finito il lavoro, si recano in alcune aree apposite, in cui fanno finta di essere dei bambini piccoli. C’è uno spazio per loro in cui possono farsi cambiare da balie, farsi mettere tutine da bambini, ovviamente in formato gigante. Un’altra cosa che possono fare è giocare come se fossero dei bambini piccoli. Possono immergersi in palline colorate, piuttosto che fare giochi da bambini piccoli. Anche qui, vengono accuditi da balie per nutrimento e pulizia del corpo. In qualche modo, questo fenomeno è un po’ l’opposto dell’avere bambini piccoli bambolotti. Qui, ci sono, invece, persone adulte che fanno loro stesse finta di fare i bambini piccoli. Loro motivano questo come una necessità di rilassarsi.
In tutti questi tre fenomeni, vediamo una sorta di finzione che permette a queste persone di provare determinate emozioni. Questo far finta, questo giocare si ripropone. Molte di queste finzioni riguardano anche l’età infantile perchè anche durante l’infanzia, soprattutto le bambine giocavano con bambolotti a far finta di esserne la madre. Utilizzavano questo gioco per sviluppare determinate funzioni. Il gioco serve per attivare determinate aree del soggetto, soprattutto la fantasia e la creatività. Inoltre, servono anche per provare determinate emozioni. Allo stesso modo, anche per quanto riguarda i manager che fanno finta di essere bambini piccoli curati da balie, è una ripetizione di quanto hanno vissuto durante l’infanzia. Anche durante l’infanzia, c’è stato qualcuno che si è preso cura di loro, sia per quanto riguarda l’abbigliamento, che per la cura del corpo ed il gioco. Innanzitutto, si nota questa ripetizione e poi ci si chiede perchè una persona abbia bisogno di ripetere ciò che durante l’età adulta non ha più, oppure lo ha, ma sotto altri aspetti. Personalmente, non considero questo come una dimensione patologica dell’essere umano perchè non fanno male a nessuno e sanno di avere una determinata necessità che, anzichè manifestare facendo danni, la incanalano in questa sorta di finzione. Al contrario di me, molti psicologi denigrano queste pratiche perchè considerate infantilizzazione del soggetto. Invece, io preferisco vedere la parte buona: mi rendo conto di non avere un figlio o di voler essere ancora bambino e, anzichè sfogare questo impulso rapendo un bambino o competendo con mio figlio per avere attenzioni esclusive da mia moglie, utilizzo il gioco della finzione. Queste pratiche sono un ritorno più esplicito di quanto si vive nella vita vera, recitando determinati ruoli. A mio avviso, dovrebbe essere il soggetto stesso ad interrogarsi sui possibili perchè che stanno dietro queste esigenze e pratiche ed, eventualmente, a chiedersi cosa potrebbe sostituire di più costruttivo e che si riesca ad integrare all’interno della vita stessa del soggetto.

Susanna Premate