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4 METÀ: ANIME GEMELLE?

Una vita può cambiare in base a Chi si ama

4 Metà è un film recentissimo che parla d’amore. O meglio, delle possibilità che l’amore può concederci.
Vi è mai capitato di essere invitati a casa di amici esclusivamente per farvi conoscere qualcuno? E quanto spazio avete avuto per scegliere in un sottofondo di ipotesi e teorie su vostre affinità, sul vostro destino? Come ha influito il modo in cui vi hanno presentato i possibili partner e, a vostra volta, siete stati presentati?
Forse, sono meglio quegli incontri “casuali” in luoghi inaspettati che segnano le nostre vite senza raccomandazioni, senza racconti, senza storielle su chi sei tu, su chi sono loro? E, ancor di più, su tutti i possibili dettagli su una relazione che, molto probabilmente, non esisterà mai o sarà del tutto diversa da com’è stata immaginata, da com’è stata romanzata.
La mia recensione su 4 Metà inizia, forse non casualmente, esprimendo il contenuto stesso del film: possibilità, ipotesi, opzioni, strade. Sí, strade che si aprono, strade che si chiudono, che si uniscono come i solchi dei talloni che disegnano sulla sabbia umida un cuore. Un movimento a destra e poi un movimento a sinistra, per chiudere il disegno. Il film è un continuo alternarsi di momenti in cui si mostra come sarebbero andate le relazioni scegliendo un partner piuttosto che un altro. Chiamiamo, per semplicità, i nostri personaggi A, B, C e D. A e B sono gli uomini, C e D le donne. Il film alterna momenti in cui A sta con C e B sta con D a momenti in cui A sta con D e B sta con C.
Da un punto di vista psicoanalitico, è molto bello vedere come difronte agli stessi eventi le persone possano reagire diversamente, cambiando non solo come si sentono, ma anche come si sente l’altro e orientando il futuro in modo diverso.
In un universo, c’è un marito che segue la propria carriera, dando per scontato che la moglie lo seguirà. In un altro universo, c’è sempre lo stesso uomo che cede una promozione ad una collega per stare più vicino a sua moglie, un’altra donna, rispetto l’universo precedente.
Una vita può cambiare in base a chi si ama.
Questo è particolarmente vero su più livelli.

Originariamente, la famiglia e soprattutto la madre viene amata dal bambino e questo amore non può essere che totale perché lui dipende da ella. Così, inconsciamente si metterà nel posto (in psicoanalisi Lacaniana, ‘oggetto a’) di cui lei ha più inconsciamente bisogno per completarsi, per chiudere quel buco che nemmeno un uomo può colmare, eccetto che nelle rare eccezioni di coppie simbiotiche-fusionali da cui il bambino è, per forza di cose, tagliato fuori. Questo originario e originale ‘oggetto a’ andrà a costituire il futuro Soggetto, la futura identità della persona. E, se la madre è sufficientemente sana, potrà andare bene così o ci saranno delle nevrosi, dei problemi nei diversi scenari della vita. La persona potrà quindi fare un percorso introspettivo per capire i motivi del proprio posto nel mondo e, soprattutto, cambiare la posizione che occupa. Se la madre è malata (depressione, psicosi, ecc.), il destino del figlio sarà quasi inevitabilmente segnato nonostante gli sforzi. Cadrà in amori malati, il partner lo condurrà a rinunciare a sé stesso perché questo è già avvenuto in passato. Questo si ripeterà più volte e si formerà un solco nel soggetto, un’unica strada, un unico e tragico, ma per lui vitale, scenario in cui vivere le emozioni.
Il ‘Chi’ si ama può condizionare anche propri interessi o professioni. Infatti, spesso, dietro le passioni delle persone ci sono gli incontri.
E con questo chiuderei con una frase di Oscar Wilde, tanto amata dai cosiddetti ‘autentici soft skill promoter’: “Le cose vere della vita non si studiano né si imparano, ma si incontrano”.
E allora, speriamo di incontrarle davvero queste “cose vere” e di fare sempre di tutto per continuare ad incontrarle. Ovunque ci portino.

Susanna Premate

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